La Collezione d'Arte della Camera di Commercio di Sassari si compone ad oggi di 187 pezzi: è un corpus importante, composto in prevalenza da opere pittoriche realizzate con varie tecniche e su supporti eterogenei, ma anche da sculture in bronzo e in ceramica, frutto del lavoro di ben 96 artisti, in maggioranza sardi e per il restante provenienti da altre regioni italiane.
Per l'elevato numero di opere e di artisti, la Collezione d'Arte camerale rappresenta un'interessante panoramica artistica sulla Scuola Sarda del Novecento, una collezione ad oggi non conosciuta al grande pubblico per esigenze organizzative dell'ente proprietario: la Camera di Commercio svolge un importantissimo ruolo di indirizzo, di regolamentazione e di programmazione sul tessuto economico del territorio provinciale e le opere d'arte sono collocate entro i locali dell'edificio che occupa l'ente stesso, posto nella centrale Via Roma. Se alcune sculture e alcuni quadri sono collocati in spazi fruibili al pubblico, molti altri pezzi trovano spazio entro uffici e locali non accessibili ai visitatori, dove quotidianamente il personale e la Dirigenza sono occupati nelle molteplici attività della Camera: da qui, da questa oggettiva e necessaria “preclusione” alla fruizione di un'intera collezione, è nata la volontà di redigere un'opera che presentasse la raccolta di dipinti e sculture a tutti, scegliendo con lungimiranza di dare vita non solamente a un volume cartaceo ma anche a un sito internet, per rendere possibile da ogni dove la conoscenza della collezione.
Ma questa collezione come è nata e da quando ha preso vita?
Sono d'aiuto, per trovare risposta a queste domande, le fonti documentarie reperibili nell'archivio della Camera di Commercio, che necessita ancora oggi di un'attenta indagine. Sfogliando le delibere di Giunta (e di Consiglio, quando l'Ente camerale fu tramutato tra fine Anni Venti e 1944 in Consiglio dell'Economia Corporativa), si è avuto modo di reperire qualche decina di documenti trattanti l'acquisto di opere per quella che viene definita sempre come “raccolta” d'arte camerale, non collezione. Il documento più vecchio reperito risale al 1931 e tratta dell'acquisto di tre opere decretato dall'allora Consiglio dell'Economia Corporativa da farsi in occasione della Mostra Regionale dell'Artigianato e delle Piccole Industrie: le opere acquisite furono una ceramica (senza indicare né titolo né altro) di Nino Siglienti, la “Testa di donna di Oliena” di Federico Melis e un'opera intitolata “Barca da pesca” (non è indicato se dipinto o scultura) di Antonio Palomba. Le prime due opere sono oggi presenti nella collezione, mentre bisogna lamentare la perdita dell'opera del Palomba, peraltro assente egli stesso dall'attuale elenco di artisti della collezione non essendovi altro suo pezzo. Le altre delibere reperite, tutte emesse dalla Giunta della Camera di Commercio rinata dalla ceneri del Consiglio corporativo fascista, datano dal 1945 ai giorni nostri. Il 6 giugno 1945, ad esempio, la Giunta deliberò l'acquisto di due opere pittoriche, “Natura morta” di Libero Meledina e “Bimbe desulesi alla fonte” di Melchiorre Melis: è la testimonianza di una immediata ripresa da parte dell'Ente camerale nel porsi come mecenate nel panorama artistico cittadino e non solo, dimostrando una vitalità in un momento difficile in generale, immediatamente successivo alla Liberazione e all'uscita dall'ultimo tragico biennio (1943-1945) che per l'Italia fu di guerra e guerra civile insieme, con un sistema economico nazionale prostrato, sebbene alla Sardegna fu risparmiata parte della tragedia nazionale in virtù, per una volta, del suo essere isola e regione periferica, non industriale, aggiungendovi i non facili rapporti allora con la terraferma. Già nel Dopoguerra, e poi nei decenni successivi, le motivazioni dell'acquisto di opere d'arte sono spesso indicate nelle delibere: si condensano nei due nobili fini di “incoraggiare” e “premiare” l'artista, quando questi è un giovane esordiente, su cui la Camera decide di puntare, oppure nel caso di artisti già affermati e rinomati si indica come fine quello di arricchire la “raccolta” camerale, quindi di “collezionare” pezzi importanti che con il tempo avrebbero acquistato un valore culturale di rilievo. Gli esempi di questi intendimenti della Camera di Commercio sono numerosi nell'archivio delle delibere della Giunta. Spesso, leggendo i documenti reperiti, si è notato che a promuovere l'acquisto è in persona il Presidente, che in seguito a propria visita all'esposizione dell'artista o in occasione di qualche collettiva, Premio o Mostra, ha scelto o “prescelto” (questo termine è ricorrente) la tal opera che viene poi portata materialmente, per la visione, in sede di Giunta e i membri della Giunta, di volta in volta, approvano le proposte d'acquisto. A volte nelle visite alle mostre il Presidente è affiancato dal Segretario Generale, mentre in un solo caso si è reperita una delibera d'acquisto su segnalazione dell'opera da parte di un membro della medesima Giunta.
Sul modus operandi nelle acquisizioni si citano qui di seguito alcuni esempi. Il 2 marzo 1954 (Delibera 92) <<Il Presidente fa presente alla Giunta – si legge nel verbale dattiloscritto – che in occasione della recente Mostra del pittore Pietro Antonio Manca in Sassari, avrebbe scelto un'opera dell'Autore in parola allo scopo di dotarne la Camera>>, a cui segue la risposta della Giunta che <<delibera di provvedere all'acquisto di un quadro del pittore Pietro Antonio Manca raffigurante “Fiori con vaso” (olio) al prezzo di Lire 40.000>>. Il 2 aprile del 1954 (Delibera 163) si legge che <<Il Presidente informa la Giunta di aver visitato la Mostra del Pittore Bernardino Palazzi che per la prima volta ha esposto a Sassari nelle sale del Teatro Civico e di avere prescelto, fra i numerosi lavori esposti, un quadro per dotarne la raccolta della Camera>> e la Giunta, di conseguenza, <<udita la comunicazione del Presidente delibera di acquistare il quadro del Pittore Bernardino Palazzi raffigurante “Ragazza al Tavolino” (olio) al prezzo di £ 50.000>>. Il 16 novembre sempre del 1954 (Delibera 519) <<Il Rag. Garau informa la Giunta che recentemente, nei locali dell'Ente Provinciale per il Turismo, ha avuto luogo una mostra personale del pittore Pietro Mele di Dorgali e che sono pervenute vive premure perché la Camera di Commercio acquisti un'opera. Fa presente che la Camera ha, in genere, acquistato nelle mostre di artisti sardi che si sono svolte nella nostra città e pertanto sarebbe del parere che anche questa volta la Camera provvedesse ad acquistare un'opera del Mele e precisamente quella rappresentante “La Grotta del Bue Marino in Dorgali” (olio) e che è una fra le migliori esposte>>, invito che è accolto dalla Giunta acquistando il quadro. Gli inviti agli acquisti pervennero anche dall'esterno, come ad esempio il 30 ottobre 1950 quando (Delibera 411) <<Il Presidente informa la Giunta che il Comitato per il Ferragosto Sassarese si è rivolto alla Camera affinché esamini la possibilità di acquistare uno dei due quadri del Pittore Ausonio Tanda che sono stati premiati al Concorso Nazionale della Pittura per il Paesaggio Sardo, tenutosi in Sassari in occasione delle manifestazioni per il Ferragosto Sassarese 1950. La Giunta, udito quanto sopra, nell'intento di incoraggiare un giovane artista che ha ottenuto così lusinghiero successo alla sua prima presentazione ed anche allo scopo di arricchire con una nuova opera il patrimonio artistico delibera di provvedere all'acquisto di un quadro del Pittore Ausonio Tanda, premiato al Concorso Nazionale di Pittura 1950, ed avente per titolo “Paesaggio Sardo”, per l'importo di L. 25.000 [...]>>. Il 19 ottobre 1965 si ha l'acquisto (Delibera 411/A) di un'opera di un pittore assai celebre, Mario Delitala, e nell'occasione a visionare la mostra il Presidente non andò da solo, infatti si legge che <<Il Presidente informa la Giunta di avere visitato, unitamente ai 2 co-Segratari Generali Dr. Francesco Giordo e Dr. Primo Bargone, la galleria d'arte contemporanea “L'Angolo”, in Sassari, dove è stata allestita una mostra antologica dell'illustre Pittore sardo Mario Delitala inaugurata il giorno 16 corrente. Ha ritenuto doveroso di non far mancare alla camera uno dei lavori dell'Artista che arricchirebbe la importante raccolta di opere d'arte che la Camera già possiede. La scelta è caduta su un olio di cm. 80 x 60 intitolato “L'angolo del Duomo in Sassari”, che viene ceduto alla Camera al prezzo di Lire 180.000>>. Infine, altro esempio di “incoraggiamento” per un artista allora esordiente, è quello del 13 marzo 1968 (Delibera 103): <<Il Presidente informa la Giunta di aver visitato la galleria d'arte “Il Cancello” in Sassari, ove è stata allestita la mostra di pittura del giovane pittore Gian Carlo Marchisio. Ritenendo d'incoraggiare il suddetto pittore che espone per la prima volta i propri quadri, ha scelto un quadro ad olio che arricchirebbe la importante raccolta di opere d'arte che la Camera già possiede>>, proposta accolta favorevolmente dalla Giunta.
Controllando le opere della collezione, si nota come quella più antica risalga al secondo decennio del Novecento (ci si riferisce a un dipinto di Antonio Ballero, “Donna con bambina”), cui seguono cronologicamente altre opere eseguite negli Anni Venti (diversi dipinti di Biasi, la “Venditrice di rami” di Antonio Mura...): personalmente, anche se al momento l'analisi dell'intero archivio camerale non è stata possibile, chi scrive ritiene che gli acquisti di opere siano iniziati a partire dallo scadere degli Anni Venti. Questa ipotesi è maturata per l'oggettiva condizione giuridica che la Camera di Commercio di Sassari ebbe nella prima fase della sua esistenza. La “Camera di Commercio ed Arti” di Sassari nacque tra il 31 agosto e la metà di dicembre del 1862, in seguito all'istituzione in tutte le province dell'allora appena nato Regno d'Italia di “enti” aventi lo scopo di <<rappresentare presso il Governo e promuovere gli interessi commerciali e industriali>> dei territori provinciali, in forza della Legge n° 480 del 6 luglio 1862. La Camera di Commercio di Sassari entrò in piena funzione con il 1° gennaio 1863: i primi decenni di esistenza furono caratterizzati da sedi provvisorie, prese in affitto (un appartamento nella Casa Queirolo, poi un altro nel Palazzo Bozzo, ambedue prospettanti su Piazza Azuni) e da una certa ristrettezza di fondi, contando anche che la natura giuridica dell'ente non fu perfettamente compiuta, non essendo definibile appieno come “ente pubblico”. La Legge n° 121 del 20 marzo 1910 ridisciplinò la materia delle Camere e la denominazione mutò in “Camera di Commercio ed Industria”. Fu però con il Regio Decreto Legge dell'8 Maggio 1924, il n° 750, che formalmente gli Enti camerali furono indicati come pubblici, ma a fine decennio il Regime fascista ne decretò la soppressione e il trasferimento di tutte le funzioni ai Consigli dell’Economia Corporativa. Il fatto che le opere prima ricordate (di Federico Melis, di Nino Siglienti e di Antonio Palomba) siano state acquistate dal Consiglio corporativo pare sottendere che l'ente pubblico, dotato di propri fondi, abbia avuto margine discrezionale con il bilancio per operare gli acquisti e in quanto a Ballero è ipotizzabile che il suo lavoro (sebbene databile ai primi Anni Dieci) venne acquistato nello stesso periodo, essendosi l'artista trasferito per lavoro a Sassari dopo il 1921, ed è quindi probabile che il quadro fosse venduto dall'artista stesso alla Camera divenuta ente pubblico dopo il 1924 o trasformata in Consiglio corporativo pochi anni dopo (Ballero morì a Sassari nel 1932, e gli sopravvisse la moglie, che avrebbe potuto anch'essa operare la vendita). Solo un'attenta ricerca nelle carte documentarie potrà chiarire quando l'Ente Camerale sassarese, se come tale o come Consiglio dell'Economia Corporativa, iniziò a creare la propria Collezione d'Arte acquistando opere.
Di fatto la Camera di Commercio di Sassari ha operato per decenni nell'acquisire opere e questa attività giunge ai nostri giorni. Al momento gli artisti più giovani presenti nella collezione sono quattro, tutti nati tra gli Anni Settanta e Ottanta: i sassaresi Alessandra Cossu Vincenzo Ganadu e Daniele Sistu, a cui aggiungere il gavoese Siro Cugusi.
Incaricato dall'Ente camerale di redigere quest'opera, chi scrive queste righe ha scelto di presentare al lettore la collezione dando preminenza alle figure degli artisti, redigendo per ognuno una biografia che illustrasse il percorso di formazione, la maniera artistica e le evoluzioni eventuali del percorso artistico, gli estremi cronologici quanto più possibile precisi (indicando le date e i luoghi di nascita e scomparsa, cercando di far conoscere oltre l'anno anche il mese e il giorno) e poi presentando le opere in possesso della Camera di Commercio con i dati tecnici (forniti dal curatore della Collezione, Tonino Delogu) e un commento dell'opera. In questo semplice modo gli artisti (ordinati e presentati in successione alfabetica per cognome) e le rispettive opere formano ciascuno un elemento di consultazione, una sorta di unità a sé stante, così nel libro come anche nel sito internet: singole unità che con biografie, commenti, bibliografie e link (quando esistenti) a siti internet personali, chiariranno quanto più (spero) sia la figura umana dell'artefice che la sua personalità artistica. All'interno dei testi, per artisti e altre personalità citate, si sono indicati gli estremi biografici (luoghi e date di nascita e scomparsa), eccetto che per gli artisti presenti nella medesima Collezione camerale: in questo caso gli estremi biografici sono assenti e resta implicito il rimando alla biografia dell'artista contenuta nel volume e nel sito. Per alcune opere, dato il forte legame che la maggioranza degli artisti ha avuto nell'esprimersi artisticamente con la Sardegna (i suoi luoghi, i suoi costumi, le sue feste), si è pensato di inserire alcuni approfondimenti, legandoli a determinate opere, fornendo degli ulteriori spunti a chi legge per poi invitarlo implicitamente o a consultare testi specifici o (anche meglio) a cogliere l'occasione per porsi come meta di un fine settimana la visita a uno dei luoghi (villaggi, città, marine e campagne della Sardegna), così creando del “turismo culturale”: gli approfondimenti sono raccolti sotto l'intitolazione generica di “La fonte d'ispirazione”, per poi specificare con ogni singolo brano un titolo ad hoc.
Un'ultima precisazione riguardo i commenti che accompagnano le opere: non vogliono avere altra pretesa se non quella di suggerire a chi sfoglierà il volume o navigherà nel sito, una possibile lettura del dipinto o della scultura, lasciando comunque alla personalità di ogni individuo la libertà di “osservare” l'opera con i propri sentimenti e le proprie impressioni, che scaturiranno dal soffermarvisi in riflessione. Chi scrive ritiene che una delle migliori lezioni su come si deve visitare una collezione d'arte sia contenuta non in un testo di storia dell'arte, ma in un'opera cinematografica: ci si riferisce alla “scena del museo” contenuta nel film Ferris Bueller's day off (genere commedia, girato nel 1986, in italiano tradotto con Una pazza giornata di vacanza), dove la visita all'Art Institute di Chicago è presentata in modo positivo, con un mix di allegrezza composta (consona al luogo), di sentimento e di riflessione. Nella scena è toccante soprattutto il gioco di inquadrature tra uno dei protagonisti e l'opera “Una domenica pomeriggio all'isola di Grande-Jatte”, dipinta nel 1886 da George-Pierre Seurat (Parigi, 2 dicembre 1859 – Gravelines, 29 marzo 1891). A proposito di quella sequenza, fatta di alternanza d'inquadrature e di progressivi ingrandimenti per sottintendere l'identificazione del personaggio che guarda con un preciso particolare del dipinto (un bambino tenuto per mano dalla madre), lo sceneggiatore della pellicola, John Hughes Jr. (Lansing, 18 febbraio 1950 – New York, 6 agosto 2009) disse: <<Più guarda il bambino, meno lo vede. E quanto più guarda, più non vi è nulla. Penso che [il personaggio del film] tema che più lo guardi e meno si veda. Non c'è altra cosa là. È lui stesso>>.
Chi scrive spera vivamente che le opere della Collezione d'Arte della Camera di Commercio di Sassari potranno rappresentare per il pubblico, oltre che un patrimonio culturale, anche un patrimonio sentimentale.
Alessandro Ponzeletti
Ringraziamenti
Per avermi fornito notizie e informazioni sulle figure di artisti ringrazio Antonio Arcadu, Franco G. R. Campus, Alba Canu, Grazia Coradduzza, Antonello Cugia, Claudia Di Puccio, Giovanni Fiora, Gian Paolo Galleri, Daniela Gnesin, Mario Ibba, Marcello Madau, Daniela Meledina, Michele Murgia, Benedetta Nurra, Emanuele Pinna, Maria Luisa Pinna, Piero Pulina, Giovanni Pulli, Giovanni Sanna, Fausto Satta, Jacopo Scassellati, Aline Spada, Nicola Tanda e Vito Zara, oltre che il personale degli Uffici Anagrafe dei Comuni di Osilo e Sassari.
Ringrazio il personale della Biblioteca della Camera di Commercio di Sassari per la cortesia e la sollecitudine a fornire i documenti e i volumi consultati.
Altresì ringrazio per le notizie fornite gli artisti Gino Bacchiddu, Rosanna Capitta, Alessandra Cossu, Siro Cugusi, Vincenzo Ganadu, Ferdinando Gnozzi, Pier Angelo Madarese, Gian Carlo Marchisio, Antonio Murziani e Daniele Sistu.
Ringrazio la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Sassari e Nuoro per aver autorizzato la riproduzione fotografica del bronzetto nuragico (inv. N° 11679, Museo Nazionale “G. A. Sanna”) adottato come simbolo dalla Camera di Commercio di Sassari.
Un sentito ringraziamento va al Capitano Montorsi e all'intero Nucleo Carabinieri "Tutela Patrimonio Culturale" della Sardegna, avente sede a Sassari, per il recupero di un'opera della collezione sottratta alcuni anni addietro e recentemente riconsegnata dopo mirate indagini.
Un primo particolare ringraziamento va al curatore della Collezione d'Arte camerale Tonino Delogu, per la disponibilità nel fornire notizie sul corpus di opere che da anni ha catalogato.
Un secondo particolare ringraziamento va ad Angelo Tilocca, per la grande disponibilità dimostrata nel fornire informazioni su numerosi artisti del panorama contemporaneo sardo.
Un terzo particolare ringraziamento, infine, va a Paolo Corso, per la gentilissima collaborazione prestata a chi scrive nel trovare dati documentari su alcuni artisti sassaresi scomparsi.