Rassegna Opere d'Arte Digitale Nord Sardegna

Giuseppe Silecchia
Porto Azzurro 01/01/1927

Giunto a Sassari con la famiglia, dotato per natura della manualità di saper plasmare la materia, esordì appena quattordicenne nel 1940 alla Mostra di Caricature allestita dall'Associazione Turritana degli Universitari (ATU), presentando un’apprezzatissima terracotta intitolata “Pietrino”, e la terracotta segnò la sua strada nel panorama artistico della Sardegna. Diplomatosi all'Istituto d'Arte di Sassari, Giuseppe Silecchia vinse nel 1947 una borsa di studio bandita dalla Camera di Commercio sassarese e poté così recarsi a Faenza, grosso centro della ceramica italiana, per potersi specializzare ed ampliare le proprie conoscenze nella plastica, divenendo in breve tempo esperto ceramista.

Nel 1948 a Faenza ottenne il diploma di segnalazione al VII Concorso Nazionale della Ceramica: la sua produzione si incentrò sempre sulla Sardegna e la sua realtà etnologicamente unica, generosa di spunti e ispirazioni per gli artisti. L'anno seguente partecipò alla Mostra d'Arte Sarda Moderna tenutasi alla Fondazione Bevilacqua La Masa in piazza San Marco a Venezia e alla Mostra di Ceramisti Italiani itinerante, che fece tappa negli Stati uniti e in alcuni paesi europei. Nel 1950 fu chiamato ad insegnare nell'appena eretta sezione di ceramica dell'Istituto d'Arte di Sassari, iniziando l'esperienza dell'insegnamento che affiancò a quella di artista. Nel 1956 realizzò la grande fontana monumentale in ceramica (alta circa 6 metri) posta al centro della corte maggiore del Padiglione dell'Artigianato di Sassari, progettato da Ubaldo Badas (Cagliari, 27 giugno 1904 – 12 aprile 1985).

Silecchia ebbe anche una vasta produzione di soggetti sacri: bassorilievi, altorilievi e cicli decorativi anche di grandi dimensioni (qualche opera supera i 4 metri di altezza) che hanno abbellito numerose chiese della Sardegna negli interni e negli esterni.

Silecchia partecipò a numerose esposizioni in Sardegna e in Italia, con qualche mostra anche all'estero, durante gli Anni Settanta e Ottanta, periodo nel quale proseguì con l'insegnamento, che dall'Istituto d'Arte sassarese lo portò dapprima ad Alghero e quindi a Cagliari presso il Liceo Artistico sorto alla fine degli Anni Sessanta. Silecchia seguì sempre con interesse il discorso delle arti applicate in Sardegna, promosso da Eugenio Tavolara fino alla morte di quest'ultimo nel 1963 e proseguito anche dopo con l'ente regionale ISOLA: artista capace e attento, seppe inserire nell'arco della sua lunga produzione di oggetti d'arte innovazioni del proprio stile, apportando novità e osando sperimentalismi, che aggiornarono sempre la sua figura nel panorama artistico regionale, tenendo sempre per ferma però la Sardegna quale ispiratrice della sua espressione interiore trasposta nel modellato.

 

Bibliografia

Altea G. – Magnani M., Pittura e Scultura dal 1930 al 1960, Ilisso, Nuoro, 2000, pp. 157, 174, 272, 274-275.

Marini M. – Ferru M. L., Ceramica di Sardegna – La storia, i protagonisti, le opere 1920-1960, Tema Edizioni, Cagliari, 1990, pp. 194-203.