Sacerdote, pittore e scrittore, Padre Giacomino Canu (“Padre” e non “Don”, come lui stesso si firma nei suoi quadri), ha affiancato la Pittura e la Scrittura alla cura delle anime: i proventi ottenuti dalla vendita dei suoi quadri e dei suoi libri li ha sempre investiti nell'attività pastorale. Devotissimo a Sant'Antonio Abate in seguito a un incidente accadutogli in Marocco quand'era missionario, nel 1973, e dal quale uscì senza conseguenze, al santo eremita ha improntato la sua vita, tenendosi appartato dal mondo ma curando la parrocchia, da lui eretta da parecchi anni e intitolata a Sant'Antonio Abate appunto, sita a Baja Sardinia. Amante degli ultimi, fugge la Gallura mondana per cercare quella dei bisognosi. Come pittore, autodidatta, iniziò l'attività negli Anni Cinquanta, esordendo con la sua prima mostra nel 1959 e proseguendo ad esporre, sia in Sardegna che in Italia e all'estero, fino ai primi Anni Ottanta. Abbracciando il Simbolismo come propria chiave di lettura pittorica del mondo, Padre Canu volle anche aprire negli Anni Settanta a Sassari, nella centrale Via Roma, uno spazio espositivo d'arte, chiamato Galleria d'Arte Sardegna, che ospitò numerosissimi giovani artisti sassaresi e sardi.