Nacque in Via del Fiore Verde, nel cuore storico di Sassari, nello stesso giorno della fascista Marcia su Roma. Spada mostrò sin dall'adolescenza il suo interesse per l'arte, dedicandosi a disegnare con i gessetti colorati figure sui muri e sulle pavimentazioni nelle pubbliche strade: fu notato dal pittore-decoratore d'origini leccesi Giovanni Pulli (padre di Claudio, Elio e Livio, artisti affermatisi nel panorama regionale). Pulli, che dal 1929 si era trasferito a Sassari aprendovi una bottega nel Corso Vittorio Emanuele al civico 89, volle Costantino Spada nel suo laboratorio e iniziò a insegnargli il mestiere. Nella bottega di Pulli il giovane Spada venne notato da Filippo Figari, che lo convinse a iscriversi all'Istituto d'Arte sassarese, appena fondato allora (1935) e da lui diretto. L'opera di Spada fu conosciuta dal grande pubblico per la prima volta nel 1937, avendo partecipato alla Mostra Prelittoriale, quindi nel 1939 si presentò alla X Mostra Sindacale Fascista regionale ricevendo dei riconoscimenti e nel 1940 figurò tra i partecipanti alla Mostra dei Giovani del GUF (Giovani Universitari Fascisti). Sempre al 1940 risale la sua prima commissione importante: il ciclo decorativo commissionatigli per decorare con scene della vita di Cristo la sacrestia della chiesa parrocchiale di San Donato, nel centro storico sassarese. A questa prima commissione, che fu assai apprezzata da molti, fecero seguito in breve tempo la decorazione a tempera murale dei catini absidali delle chiese parrocchiali sassaresi di San Sisto (nel centro storico) e di San Giuseppe (nell'omonimo quartiere). Durante gli anni di studio Costantino spada subì il fascino e le influenze dei grandi esponenti della Pittura Sarda del Novecento, soprattutto dei maestri e suoi insegnanti Stanis Dessy e Filippo Figari, nonché dell'artista maggiore di tutti Giuseppe Biasi: pittore realista, risolse anche lui volgendo al regionalismo e realizzando figure in costumi tradizionali e scene di genere. La svolta ci fu con il Dopoguerra, quando Spada si avvicinò al movimento Neo-cubista, nel quale vide l'occasione di un rinnovamento artistico e anche sociale, avendo maturato un carattere anticonvenzionale e “bohemien”, ma anche sensibile e generoso, che lo legò da allora all'amico e compagno di studi Libero Meledina. Nel 1949 fece parte del gruppo di artisti sardi che espose nei locali della Fondazione Bevilacqua La Masa in piazza San Marco a Venezia. Nel 1950 la fiamma del Neo-cubismo si smorzò e Spada ritornò al realismo, realizzando diverse opere da cavalletto assai belle e suggestive, solari: fu per lui un periodo ricco di soddisfazioni, perché ottenne diverse commissioni in Sardegna e anche in Lombardia (dove si fece conoscere partecipando ad alcune edizioni del Premio Bormio). Gli Anni Cinquanta lo videro attivo nella produzione di opere e nella partecipazione a diverse mostre in Sardegna e in Italia: pittoricamente accese la propria tavolozza con colori vivi e fluidi. Sempre legato all'arte sacra, Spada produsse in tre tappe la decorazione interna, a tempera, della Basilica del Sacro Cuore, nell'omonimo quartiere sassarese: realizzò a partire dal 1953 la Natività, seguì nel 1957 la Crocefissione, quindi tra il 1961 e il 1969 la restante decorazione di soffitto del transetto, porzioni di pareti e i disegni preparatori per le vetrate e la Via Crucis, a mosaico. Anche se artista apprezzato e stimato, Spada rimase sempre genuino, amante della compagnia: frequentò i luoghi popolari invece che i salotti e, insieme con i suoi amici e colleghi Libero Meledina e Pietro Mele, fu ricordato sempre dalla popolazione sassarese per questa sua anticonvenzionalità che lo avvicinò molto alla gente comune. Purtroppo, per un male incurabile, scomparve a soli 53 anni il 21 ottobre 1975, pochi giorni prima di compierne 54.
Bibliografia
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