Rassegna Opere d'Arte Digitale Nord Sardegna

Giovanni Ciusa Romagna
Nuoro 20/02/1907
Nuoro 15/12/1958

Figlio di Salvatore e di Maria Veronica Romagna, nacque nello stesso anno in cui Francesco Ciusa (Nuoro, 2 luglio 1883 – Cagliari, 26 febbraio 1949), fratello del padre, trionfò alla Biennale di Venezia con La madre dell'ucciso. Portato sin da giovanissimo più che per gli studi umanistici per il disegno e la pittura, autodidatta passò molto tempo tra il centro storico di Nuoro e le campagne vicine in compagnia dell'amico Bernardino Palazzi, entrambi armati del necessario per dipingere scene e catturare soggetti. La passione del figlio fu riconosciuta e favorita dai genitori, che nell'ottobre 1922 mandarono un appena quindicenne Giovanni a Firenze, per frequentare l'Accademia di Belle Arti. Là trovo un maestro nel pittore torinese Felice Carena (Cumiana, Torino, 13 agosto 1879 – Venezia, 10 giugno 1966), che lo guidò nell'apprendere diverse tecniche artistiche e gli insegnò i canoni dell'arte. Rientrato nel 1925 a Nuoro, Giovanni Ciusa Romagna diede prova delle lezioni apprese iniziando una produzione pittorica realista, ricercando i soggetti nella sua Sardegna che iniziò a indagare come una fonte di innumerevoli ispirazioni, producendo sulle tele cromatismi vivi e anche materici. Dal 1926 iniziò l'insegnamento alla Scuola d'Arte Applicata d'Oristano, fondata l'anno prima e diretta dallo zio Francesco Ciusa. Attraverso la Scuola d'Oristano Giovanni preparò nella primavera 1928 i bozzetti per l'allestimento dell'opera La Jura del musicista tempiese Gavino Gabriel (Tempio Pausania, Sassari, 15 agosto 1881 – Roma, 28 novembre 1980), ma partecipò in quello stesso periodo, lo scadere del decennio, a numerose esposizioni e ne visitò altre di livello regionale e nazionale, a partire dalla Biennale veneziana del 1926, per aggiornarsi e conoscere le tendenze espressive. Furono gli Anni Trenta il periodo di intensa attività per Ciusa Romagna: rientrato a Nuoro per la cessazione dell'attività della Scuola oristanese si dedicò alla pittura, che con gli anni ulteriormente sviluppò all'insegna della morbidezza della resa nel disegno, con cromie brillanti, dando vita a composizioni profondamente intimistiche e liriche. Capace in numerose tecniche (olio, tempera, carboncino, sanguigna etc.), con gli Anni Quaranta Giovanni portò la sua tavolozza a divenire più trasparente, sensibile alla resa “atmosferica” delle cromie: dopo un soggiorno ad Asti nel 1942, dal 1945 si trasferì a Carbonia, per poter approfondire la ricerca sul legame uomo-lavoro-terra, ulteriore stadio della sua visione intimistica della Sardegna. Dal Dopoguerra si dedicò anche, da ottimo disegnatore, alla pianificazione urbanistico-architettonica di alcune parti della sua Nuoro: da ricordare il suo contributo progettuale per la riedificazione della Chiesa della Solitudine (il portale fu opera di Eugenio Tavolara), ospitante le spoglie di Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936), e a questo suo lavoro fecero seguito la commissione privata per la sistemazione della facciata di Casa Devoto e un incarico di nuova sistemazione di Piazza Vittorio Emanuele II, sempre a Nuoro. Nel 1953 eseguì 7 delle 14 stazioni della Via Crucis della Cattedrale di Nuoro, le altre le eseguì Carmelo Floris. Nel 1956 collaborò con Tavolara per la I Mostra dell'Artigianato Sardo a Sassari. In circa trentacinque anni di attività artistica Giovanni Ciusa Romagna raccolse molti premi e riconoscimenti alle numerosissime esposizioni, mostre e concorsi a cui partecipò, ed altro sarebbe ancora seguito se la morte non lo avesse colto appena cinquantunenne il 15 dicembre 1958 nella sua Nuoro.

 

Bibliografia

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