Si formò a Salerno, nella Scuola d'Arte cittadina, secondo il figurativo dell'ultimo scorcio dell'Ottocento: De Luca guardò come modelli Gioacchino Toma (Galatina, 24 gennaio 1836 – Napoli, 12 gennaio 1891), Domenico Morelli (Napoli, 4 agosto 1826 – 13 agosto 1901), Michele Cammarano (Napoli, 1835 – 1920) e Giacinto Gigante (Napoli, 1806 – 29 settembre 1876). Divenuto sicuro e capace nel mestiere, maturata una grande passione per la tecnica non facile dell'acquerello, dopo aver combattuto nel Primo Conflitto Mondiale si trasferì a Genova, aprendo uno studio in Via Portoria al civico 12. La partecipazione all’Esposizione della Società di Belle Arti genovese con un acquarello gli permise di conoscere i più noti artisti dell’epoca: Giuseppe Cominetti (Salasco, Vercelli, 1882 – Roma, 1930), Andrea Figari (Sassari, 1858 – Genova, 1945), Giuseppe Sacheri (Genova 1863 – Pianfei, Cuneo, 1950), il quasi conterraneo Giuseppe Pennasilico (Napoli, 1857 – Genova, 1940), Aurelio Craffonara (Gallarate, Milano, 1875 – Genova, 1945) ed altri. Arturo De Luca, oramai naturalizzatosi genovese, trasferì più volte il suo studio: Bogliasco, Sant’Ilario, infine Isoverde, tutte zone di Genova; ebbe occasione di alloggiare, nel Dopoguerra, anche in una delle cupole del palazzo della Borsa di Via XX Settembre. Due tappe importanti del suo percorso artistico furono le partecipazioni alle mostre tenutesi nel 1932 al Cenacolo d’Arte San Giorgio a Genova e nel 1933 alla Casa d’Arte, a Spezia. Ma fu nel 1934, con l’ingresso nel Gruppo degli Acquerellisti Liguri, che la sua notorietà crebbe in maniera considerevole, anche fuori dai confini regionali.
Negli anni trenta partecipò alle Mostre Sindacali Provinciali Fasciste di Belle Arti a Palazzo Rosso, esponendo numerose opere d’ottimo livello qualitativo. Nel 1938 fu eletto Accademico di Merito presso la Ligustica; fece parte anche della Società “Alere Flamman” di Genova.
Nel 1944 tenne una mostra importante presso la Galleria Ranzini e partecipò a numerose mostre di livello nazionale: le Quadriennali di Roma e Firenze, le Triennali di Milano, i premi “Spotorno” e “Bagutta”. Arturo De Luca lasciò suoi lavori in altre regioni dove soggiornò: Sardegna (Sassari e Nuoro), Toscana, Umbria, Campania (Capri e Ravello), Piemonte. Fu attivo anche all'estero: Svizzera (Berna e Basilea) ed Sud America. Fu essenzialmente un pittore figurativo realista, paesaggista (rare le nature morte): celebri le vedute della Riviera Ligure (Portofino, San Fruttuoso, Riomaggiore, Vernazza, Nervi, Bogliasco) e quelle dell’entroterra ligure (Isoverde, Torriglia, Scoffera). Le sue tecniche, oltre all'amato acquerello, furono l'olio e l'incisione ad acquaforte.