Il quadro raffigura un piccolo angolo del centro storico di Sassari scomparso, l'imbocco del Largo Felice Cavallotti dalla Piazza Castello, più precisamente l'angolo di visuale è quello ripreso dalla cancellata del piccolo giardino quadrangolare eretto nel 1897 nella parte bassa della piazza: le facciate sulla sinistra non esistono più, essendo state demolite verso la fine degli Anni Cinquanta per costruire nell'area il palazzo di 15 piani progettato da Ferdinando Clemente e ultimato anni più tardi, detto dai sassaresi “grattacielo”. Sullo sfondo si riconosce la facciata della Casa Costa, elegante palazzo terminato nel 1888 e progettato dall'Architetto Luigi Fasoli ( [?], 1847 – Sassari, 5 maggio 1894), proseguendo poi sull'estremo margine destro si nota una fila di finestre dell'antico Palazzo Delitala di Sedilo, dove risedette l'artista. La composizione è ben riuscita, lo spazio urbano è animato solo dalla presenza di alcune automobili, tutte di color scuro e dalle linee curve delle carrozzerie, mentre le facciate si animano di toni più vivi, tra intonaci e finestre: le pennellate sono fluide e stese senza coprire il disegno di base, assai tenue. La dimensione urbana dello spazio prospiciente la propria abitazione è resa dall'artista con attenzione per i particolari, ben noti a lui dalla frequentazione giornaliera.
La fonte d'ispirazione:
Piazza Castello e Largo Cavallotti, a Sassari
Fino alla fine dell'Ottocento i due spazi urbani oggi denominati Largo Cavallotti e Piazza Castello formarono, di fatto, un unico ampio e irregolare slargo urbano, caratterizzato da una pianta a “L” e dalla pendenza verso nord-ovest.
La porzione dell'odierno Largo Cavallotti era indicata come “Piazza Santa Caterina” nei vecchi stradari comunali perché vi prospettava l'ingresso laterale della chiesa parrocchiale, demolita tra il 1853 e il 1856 e che occupava l'attuale Piazza Azuni. Lo spazio viario quadrangolare fu intitolato dapprima al Conte Camillo Benso di Cavour, poi al giurista Domenico Alberto Azuni e infine al politico Felice Cavallotti, morto in duello il 6 marzo 1898 e legato a Sassari per le idee progressiste. La porzione superiore dell'odierno Largo Cavallotti era in perfetto asse con il mastio del castello aragonese, dove si apriva anche la porta d'ingresso alla fortezza. Padre Antonio Sisco, un francescano che scrisse delle memorie sui fatti cittadini nella seconda metà del XVIII secolo, menziona lo spazio stradale antistante al castello e oggi corrispondente alla porzione a valle della Piazza Castello come “Pian di Castello” (Tomo III, F. 98v).
La porzione oggi formante la parte bassa di Piazza Castello, è dal 1897 occupata in buona parte dal piccolo giardino quadrangolare racchiuso da un’inferriata bassa poggiante su un basamento in trachite scura e intervallata da lampioni originariamente a gas, in seguito ammodernati con la luce elettrica. Il giardino, appena inaugurato, fu indicato dai giornali e dagli amministratori comunali dell'epoca come “square”: un termine inglese che oggi fa sorridere ma che allora era giustificato dalla guerra municipale che faceva contendere a Sassari il ruolo di città più importante della Sardegna, contro Cagliari. Al centro del giardino fu poi posto, nel 1900, il monumento a Felice Cavallotti, realizzato con una sottoscrizione pubblica e realizzato con un blocco di trachite di Banari (donato da don Giommaria Delogu, un nobile di simpatie repubblicane) sopra di cui fu collocata la scultura in bronzo con l'effige di Cavallotti e i simboli della sua attività di politico, combattente risorgimentale e poeta, opera dello scultore Ettore Ferrari (Roma, 25 marzo 1845 – 19 agosto 1929).
La casa dove abitò Stani Dessy, posta nel lato orientale di Largo Cavallotti, all'angolo con il Vicolo Sedilo, era in antico la casa dei Conti Delitala di Sedilo. Dalle finestre era possibile avere una buona visuale della Piazza Castello perché vi era ancora l'antica fila di facciate delle case di rimpetto, che arretravano salendo, aprendo così verso la Piazza Castello e creando, di fatto, un unico spazio urbano anche se suddiviso in due dalla toponomastica ottocentesca. Questo effetto fu poi cancellato dagli Anni Sessanta, quando fu edificato il secondo “grattacielo”, per indicarlo alla sassarese, ossia il palazzo alto 15 piani, costruito su progetto di Ferdinando Clemente, che è andato a caratterizzare, se nel bene o nel male spetta al giudizio personale di ognuno, sia l'aspetto della Piazza Castello, sia il panorama urbano di Sassari da innumerevoli punti di osservazione a partire dal centro storico (Piazza Università, Piazza Azuni, il Corso), sia dai restanti quartieri che dalle campagne intorno alla città.
Dati di Riferimento | |
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Anno di esecuzione | 1950 (ca.) |
Misure dell'opera | cm. 50 x 40 |
Il Supporto | |
Presenza di un supporto originale | Presente |
Nome della fibra tessile e/o del materiale costitutivo | Tela di cotone di tipo industriale |
Presenza di un sistema di aggancio della tela al telaio | Presente |
Tipologia dell'ancoraggio | La tela è incollata al cartone |