Rassegna Opere d'Arte Digitale Nord Sardegna

La scena fa parte dei ricordi che Manca portò dall'Impresa di Libia, a cui partecipò come volontario nel 1911, recando con sé nel bagaglio dei propri ricordi immagini delle genti libiche del deserto, con le loro usanze, i loro gesti quotidiani compiuti nel particolare e non facile ambiente del deserto sahariano. La resa dell'immagine è assai suggestiva: sembra quasi di percepire il vento caldo e secco che muove la tunica della figura di destra. La composizione da un'impressione di immediatezza sia per la velocità della pittura di Manca, sia per la sensazione di “sorpresa” che sembra cogliere i tre soggetti, che guardano a sincrono verso l'osservatore, come se solo allora si fossero accorti della presenza di un estraneo. La pittura immaginativa di Manca qui si coglie appieno: contorni non definiti, ma sfumanti gradatamente sul fondo, voluta compendiarietà che compone la scena senza dar spazio ai dettagli, un'atmosfericità densa, quasi lattiginosa, formano questa visione pittorica, riflessiva e intimistica. La datazione dell'opera la faccio risalire all'ultimo scorcio degli Anni Venti o al 1930 perché sul retro del dipinto Manca, secondo un suo uso saltuario, dipinse a olio un'altra composizione, o meglio l'abbozzò: si tratta di una scena sacra, probabilmente una volta o una cupola di qualche chiesa romana visitata nei viaggi del 1925-1927, dove è raffigurata una barocca Ascensione della Vergine in Cielo.