L’opera fu esposta nella Mostra intitolata Artisti per l’UNICEF, curata da Fausto Satta e svoltasi a Sassari presso la sede della Camera di Commercio dal 27 novembre al 5 dicembre 2009. Terminata l’esposizione fu donata, insieme con l’opera di Siro Cugusi, alla Camera di Commercio sassarese a ricordo del supporto offerto.
Delle barchette di carta solcano la superficie di un bacile colmo d’acqua: il punto di vista è perpendicolare alla verticale del bacile, così da vedere un disco che richiama, per la tonalità grigio argentea scelta, la faccia della luna, come se fosse posta sullo sfondo di un cielo notturno senza stelle: la visione diviene così metafisica, suggestiva e onirica, resa con una grafica realista, attenta e meticolosa. Osservando l’opera, si può correre col pensiero anche all’antico detto “Far vedere la luna nel pozzo”, usato per indicare l’azione di ingannare qualcuno con false promesse. L’origine di questo detto risale a una favola di Jean de La Fontaine (Château-Thierry, 8 luglio 1621 – Parigi, 13 aprile 1695). Nella favola si narra di come una volpe riuscì a gabbare un lupo, mostrandogli l'immagine della luna in fondo al pozzo e dicendogli ch'era una gustosa forma di formaggio: il lupo volle prenderla, cadde nel pozzo e vi affogò.