Sperimentalista soprattutto nei piccoli oggetti e nei soprammobili, Gavino Tilocca produsse serie di ceramiche assai particolari per originalità: il pezzo è un esempio dell'arcaismo formale perseguito dall'artista, che appassionatosi al linguaggio più immediato nella resa plastica della ceramica, si concentra nel sviscerarne l’espressione materica, creando figure dall'unione di forme geometriche. Della donna non vi sono arti o il volto: sappiamo che è lei per il velo ampio e chiuso al massimo frontalmente, la gonna campaniforme, la cesta tradizionale tenuta al petto da mani che non vi sono realmente e dal vaso posto sul suo capo. Sono quindi oggetti che restituiscono all'osservatore la corporeità non direttamente raffigurata, implicita nell'esecuzione. A questa primitività espressiva concorrono anche i segni geometrici incisi da Tilocca per i decori della gonna e del vaso, o le trame della cesta: è un linguaggio basilare, ridotto ai fondamentali e per questo a tutti comprensibile.
Dati di Riferimento | |
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Anno di esecuzione | 1965 (ca.) |
Misure dell'opera | cm. 12 x 24, 5 |
Il Supporto | |
Presenza di un supporto originale | Presente |
Nome della fibra tessile e/o del materiale costitutivo | Terracotta |
Tendenza al cedimento, agli urti e alle sollecitazioni continue | Elevata |
Presenza di lacune | Una piccola lacuna nel bordo inferiore destro del velo |
Strati Preparatori | |
Presenza di strati preparatori | Assenti |
Pellicola Pittorica | |
Aspetto della pennellata e/o del "ductus" | Pigmentazione di colore terra d'ombra parzialmente smaltata |
Segnalazioni di particolarità e/o allegati | Piccole screpolature causate da sbalzo termico |