Aldo Contini plasma la scultura pensando al ruolo di testimone che essa deve avere nella questione sociale nazionale: la sua arte guarda alla classe lavoratrice e vuole testimoniare quale importanza merita la fatica, in opposizione al classismo di ogni tempo. Il lavoro, soprattutto quello pesante, merita rispetto da parte di tutti: l'estetica austera di questo aratore sta nella postura del suo busto e nello sforzo delle sue braccia (una spalla più alta dell'altra) impegnate nel governare e guidare l'aratro che è tenuto con le mani. La plastica dura, rude del viso è realistica, resa con pochi tratti essenziali, così come il panneggio di camicia e pantalone. Abile plasmatore, Contini produsse vari pezzi di questa serie dedicata al Lavoro e ai Lavoratori della propria terra.
Dati di Riferimento | |
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Anno di esecuzione | 1956 |
Misure dell'opera | cm. 45 x 77 x 46 |
Il Supporto | |
Presenza di un supporto originale | Presente |
Nome della fibra tessile e/o del materiale costitutivo | Argilla |
Presenza di un sistema di aggancio della tela al telaio | L'opera non è ancorata al piedistallo |
Tendenza al cedimento, agli urti e alle sollecitazioni continue | Elevata |
Presenza di lacune | Piccola lacuna da essicamento tra la cintura e il braccio di sinistra |