Appassionato al disegno e all'espressione artistica sin da piccolo, quando disegnava sui lastricati in pietra serena con i pezzi di carbone scarto di una fornace presso casa sua, Ferdinando Gnozzi da giovane fu dapprima incoraggiato a scuola da un suo maestro, pittore dilettante, poi iniziò a frequentare lo studio di Ignazio Lucibello (Amalfi, Salerno, 8 maggio 1904 – Roma, 21 ottobre 1970), che risiedette a Cortona dal 1943 al 1954.
Appresi metodi e tecniche, Gnozzi iniziò a creare opere ma, per adempiere la Leva, entrò nell'Arma dei Carabinieri, andando via dalla natia cittadina nel 1953. Arrivò in Sardegna, come Carabiniere, il 25 settembre 1955 e la sua destinazione fu Ittiri. L'impatto con la realtà sarda fu per lui assai importante, restando affascinato da una terra ben differente dall'aretino. Fu così che Ferdinando Gnozzi decise di restare in terra sarda, stabilendo la sua residenza a Sassari.
Ebbe modo di conoscere e diventare amico di Pietro Antonio Manca: si creò uno stretto rapporto amicale oltre che di maestro-allievo. Lo stesso artista riconosce tutt'oggi il legame tra la sua e la pittura del Manca: tecnicamente in passato fu notato come la tenuta del pennello in mano fosse identica tra i due, così come anche l'effetto vaporoso, impressionistico della cromia (dove è il colore a comporre il disegno) richiama le opere di Pietro Antonio Manca, dando corposità materica alla pellicola pittorica con pennello e spatola.
Gnozzi, lasciata l'Arma, si dedicò come professione al restauro di dipinti e statue lignee, attività che svolse parallelamente a quella artistica. Nell'ambiente artistico sassarese strinse rapporti con Vidèo Anfossi, quasi suo coetaneo e nella cui Galleria La Catena allestì una mostra nel 1968, poi con Stanis Dessy, Mario Delitala (entrambi scrissero delle presentazioni per le sue mostre) e con l'architetto Antonio Simon Mossa (Padova, 22 novembre 1916 – Sassari, 14 luglio 1971), estimatore delle sue opere. Dal 1981 al 1983 fu restauratore della Soprintendenza ai Beni Artistici delle Province di Sassari e Nuoro, poi decise di lasciare l'impiego statale per aprire un laboratorio di restauro che a tutt'oggi è operativo, condotto insieme con il figlio Sergio.
La sua attività pittorica è proseguita negli anni e continua tutt'oggi: ha svolto numerose mostre ed esposizioni, tra cui ricordo quella del 1970 all'Hotel Cervo a Porto Cervo (Arzachena) e quella a Baja Sardinia nello stesso anno, poi nel 1978 quella tenutasi a Sassari nella Galleria Picasso, nella Via Manno. Ha tenuto 18 mostre personali in totale fino a oggi.
Ha firmato sempre i suoi lavori come “Cortonese”, in omaggio alla città che gli ha dato i natali nel 1935 e con cui, sebbene risieda e lavori a Sassari dalla metà degli Anni Cinquanta, ha mantenuto i rapporti.