Gian Carlo Marchisio ha avuto l'arte in famiglia, l'ha respirata. Il bisnonno fu Andrea (Torino, 15 maggio 1850 – 23 luglio 1927), formatosi all'Accademia Albertina, vi insegnò poi Decorazione per oltre quarant'anni, autore di prestigiose commissioni a Torino e giunto a Sassari a fine Ottocento per eseguirvi cicli decorativi (Teatro Civico, Palazzo Comunale) e vari ritratti privati; il nonno fu Pietro (Torino, 12 luglio 1885 – Sassari, 24 giugno 1933), pittore e decoratore operante a Sassari e in altre località della Sardegna (La Maddalena etc.).
Nato a Sassari nel 1945, Gian Carlo Marchisio studiò all'Istituto d'Arte sassarese e divenne allievo di Mauro Manca, che notò le sue qualità è lo invitò ad insegnare all'allora appena nato Liceo Artistico di Cagliari (quartiere Marina), che Manca stesso aveva provveduto ad organizzare. L'insegnamento di Figura Disegnata (poi Discipline Pittoriche dai primi Anni Settanta) nella sezione Accademia dell'allora appena nato liceo artistico per Marchisio si accompagnò alla ricerca artistica, che lo portò a posizionarsi nella schiera di pittori che negli Anni Settanta formarono la Neo-avanguardia in Sardegna, con linguaggi aggiornati e concettuali, miranti all'Astrattismo, all'Informale, al Primitivismo, attenti alle tematiche della questione esistenziale e alle potenzialità comunicativo-espressive delle cromie.
Marchisio è stato attivo anche nell'esporre suoi lavori sia in mostre collettive che in esposizioni personali: la sua prima personale fu tenuta nel 1968 alla Galleria Il Cancello a Sassari, a cui seguirono nello stesso anno un'altra personale a Sorso e l'anno dopo ancora partecipò a una collettiva presso la Galleria sassarese La Catena e al Premio Città d'Ozieri; sempre con il 1968 Marchisio si trasferì a Cagliari per l'insegnamento: entrato in contatto con l'ambiente cagliaritano, prese parte a mostre tenutesi sia a Sassari che a Cagliari per tutto il decennio e per i successivi Anni Ottanta; la sua ultima mostra cagliaritana è stata “Oro, argenti e cartastraccia”, tenutasi all'Exmà nel 2003.
Innamorato oltre che dell'arte anche della propria terra, la Sardegna, Giancarlo Marchisio nell'ultimo decennio ha restaurato ed adibito a studio-abitazione una casa settecentesca posta nel centro storico di Bonnanaro, nel cuore del Logudoro, creandosi un “buen ritiro” che ha concepito anche come spazio espositivo.
Pittore, recentemente Marchisio si è avvicinato alla plastica, creando una serie di sculture che traggono origine, nel loro astrattismo, dalle suggestioni dell'arte primitiva sarda, con richiami alla Sardegna nuragica. Nel settembre 2012 ha tenuto nei locali della propria casa-atelier a Bonnanaro una retrospettiva che ha spaziato su 48 anni di propria attività, dal 2012 tornando indietro fino al 1964.
Attualmente vive e lavora alternando le residenze di Cagliari e Bonnanaro.
Bibliografia
Altea G. – Sturani E. – Gatta M., Il segno nel libro – Storia e attualità del segnalibro reinventato da cento artisti della Sardegna, Ilisso, Nuoro, 2006, pp. 56-57.
Naitza Salvatore, Immagine e somiglianza – Arte e artisti di ieri e di oggi: alcune letture, Poliedro edizioni, Nuoro, 2000, pp. 187-191.
Fonti Web
L'artista cura il proprio sito www.marchisio.sardegna.it.