Abbandonato il classicismo dazziano, imbevuto successivamente dalle retoriche novecentiste che ricercavano la monumentalità a prescindere, Gavino Tilocca seppe reindirizzare la propria ricerca nel Dopoguerra guardando a una plastica più essenziale ed espressiva, venata di genuinità e anche di sentimento: la testa di una bambina corsa diviene spunto per creare un'opera dotata di suggestione, giocata con una ponderata esemplificazione dei canoni e con una dose di esperienza che mira a dare al pezzo solidità materica. Se nel modellato si riscontrano ancora retaggi classicisti (nel collo, in particolare), il volto diviene ottimo cimento per l'artista nel provare a “disarticolare” la realtà cercando sponda nella visione neo-cubista, arrivando a ottenere una semplificazione di riuscita essenzialità, senza abbandonare il realismo.
Dati di Riferimento | |
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Anno di esecuzione | 1949 |
Misure dell'opera | cm. 22 x 33 x 24 |
Struttura di Sostegno | |
Materiale costitutivo | Materiale sintetico |
Definizione della forma | Struttura a parallelepipedo |
Presenza di iscrizioni | Assenti |
Il Supporto | |
Presenza di un supporto originale | Presente |
Nome della fibra tessile e/o del materiale costitutivo | Bronzo |
Presenza di un sistema di aggancio della tela al telaio | Presente |
Tipologia dell'ancoraggio | Nella base dell'opera è presente un'asola di bronzo che si ancora al dado centrale della struttura di sostegno |
Vernice | |
Presenza della vernice e/o finitura originale | La superficie dell'opera è stata patinata |