Il gruppo originariamente contava 23 pezzi, ma uno è andato distrutto in un incidente: a comporre la “cavalcata” vi sono 3 cavalieri con stendardo, un cavaliere con lancia, 7 coppie a cavallo, una coppia a cavallo con puledrino al seguito, 9 cavalieri singoli a cui aggiungere un cavaliere singolo differente dagli altri per le ridotte dimensioni. Il gruppo è una delle più celebri opere ceramiche di Gavino Tilocca. Prodotto nel 1959, il gruppo raffigura in chiave simbolica l'evento della primavera sassarese, la “Cavalcata Sarda”, una manifestazione che è diventata fondamentale appuntamento turistico per la città. Gavino Tilocca volle imprimere la propria visione arcaica, elaborando dei figuranti dalle vivissime e cangianti cromie, esemplificati nelle forme ma lasciando leggibili alcuni elementi etnografici identificativi, che consentono all'osservatore di rapportarli con le immagini degli eventi etnografici: si riconoscono il “Miliziano” campidanese dal rosso cappello cilindrico o la coppia di Orgolesi, con la donna velata dal “Lionzu”, ossia il panno di seta gialla tradizionale... Il gruppo è intriso di tensioni espressive che l'artista volge nel primitivismo delle forme: i graffiti geometrici ornano le bardature o formano i capi d'abbigliamento delle figure e il modellato è sintetizzato al massimo (della donna velata di fatto c'è il velo, non il volto).
La fonte d'ispirazione:
La Cavalcata sarda
E' insieme alla festa di Sant'Efisio a Cagliari la vetrina per il folclorismo sardo, ma a differenza della festa cagliaritana che ha natura religiosa ed è una processione, la Cavalcata Sarda nacque sin dall'inizio come parata laica: fu infatti organizzata per la prima volta il 20 aprile del 1899 per “salutare” con i dovuti onori i regnanti, Umberto I e la Regina Margherita, giunti in visita in Sardegna e in quei giorni alloggiati presso l'appartamento reale apprestato dentro il Palazzo della Provincia di Sassari, in Piazza d'Italia. Nell'occasione fu anche inaugurato il grande monumento a Vittorio Emanuele posto al centro della piazza e opera dello scultore Giuseppe Sartorio (Boccioleto, Vercelli, 1854 – Mar Tirreno, 20 settembre 1922). Per l'occasione, in quella primavera del 1899, sfilarono davanti al palco reale, apprestato nella Piazza d'Italia, oltre 600 coppie a cavallo provenienti da tanti paesi dell'isola e ognuno con il proprio abito tradizionale: fu proprio l'idea di organizzare la sfilata con i figuranti tutti a cavallo (un grande spettacolo equestre e folcloristico insieme) a spiegare il nome di “Cavalcata Sarda”. All'epoca il corteo fu filmato dai fratelli Lumiere: gli inventori del cinematografo, nato appena quattro anni prima, inviarono per l'occasione a Sassari un loro operatore, di nome Francesco Felicetti, che filmò alcuni momenti della sfilata: è un documento importantissimo oltre che per la storia dell'evento sassarese anche per il folclorismo isolano e per la cinematografia, essendo una delle prime pellicole di genere “documentario”. Altre Cavalcate furono organizzate, nel primo Novecento, sempre e soltanto per visite delle coppie Reali alla città: nel 1929 in onore del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena, poi nel 1939 in onore del Principe ereditario Umberto (poi Umberto II) e della Principessa Maria Josè. Soltanto a partire dal 1951, cambiata anche la dimensione della Sardegna e di Sassari, prospettandosi il futuro sviluppo turistico della regione, si colse l'occasione di un convegno del Rotary Club internazionale organizzato in città, a maggio, per organizzare una sfilata di figuranti con indosso gli abiti tradizionali dei vari centri della Sardegna. Da allora la Cavalcata Sarda fu ripetuta annualmente, prendendo la penultima domenica di maggio come data fissa per la manifestazione: la formula previde che oltre ai cavalieri, potevano sfilare i figuranti a piedi e con gli anni ala sfilata fecero corollario altri eventi collaterali, come la corsa dei cavalli tenuta di norma all'ippodromo cittadino e alla serata di canti tradizionali, di norma allestita su un apposito palco in Piazza d'Italia. Il percorso della sfilata, eccetto alcune edizioni, ha interessato sempre la parte del centro cittadino ottocentesco e poi anche parte del quartiere di Viale Italia.
La Cavalcata Sarda è così da vari decenni la manifestazione laica più importante di Sassari e non solo, poiché vi partecipano molti paesi sardi con i propri gruppi folcloristici: lo spettacolo dei colori e delle fogge tradizionali di vestiario è veramente notevole, suggestivo e coinvolgente.
Dati di Riferimento | |
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Anno di esecuzione | 1959 |
Misure dell'opera | Altezza media: cm.33 |
Segnalazione di particolarità e/o allegati | L'opera - inizialmente di 23 esemplari - è attualmente costituita di:
Alle opere sono state applicate targhette di carta con numeri progressivi 1/23 |
Il Supporto | |
Presenza di un supporto originale | Presente |
Nome della fibra tessile e/o del materiale costitutivo | Ceramica |
Tendenza al cedimento, agli urti e alle sollecitazioni continue | Estrema fragilità |
Presenza di lacune | Presenti tre piccole lacune nella coda e nella criniera dell'opera n. 13 |
Strati Preparatori | |
Presenza di strati preparatori | Assenti |
Pellicola Pittorica | |
Aspetto della pennellata e/o del "ductus" | Pigmentazione fluida smaltata a lustro |
Segnalazioni di particolarità e/o allegati | Sono presenti piccole screpolature provocate dallo sbalzo termico |