Il dipinto ha forte valore simbolico: nella fantasmagorica architettura del fondo si staglia la sagoma di un'ideale imbarcazione d'epoca preistorica, con la vela al vento e la poppa teriomorfa, ossia richiamante una coda d'animale e sopra questa parte dell'imbarcazione ecco librarsi il frammento archeologico di un'antica fibula che è divenuto l'emblema grafico della Camera di Commercio di Sassari. Sullo sfondo sono inseriti una stella (resa come un punto irraggiante) e una raffigurazione primitivista di un'orante che venera la stella. Gli elementi archeologici sono riletti da Delogu in senso allegorico simbolico, calatti in una magica ambientazione di colori che danno l'impressione all'osservatore di guardare ora dell'erba (nella parte bassa) e ora dell'acqua (nella parte centrale), creando una superficie composta d'elementi quasi corporei, vivi e frementi. Quella di Delogu è ricerca che tende a creare una visione pittorica originale e d'impatto, al panismo visivo che punta diretto alla sensibilità dell'osservatore e che chiede di soffermarsi a scrutare ed a sentire la propria carica espressiva.
La fonte d'ispirazione:
Il simbolo della Camera di Commercio di Sassari
Un simbolo di norma intriga molto chi lo vede: attrae lo sguardo per l'estetica e pone implicitamente all'osservatore anche l'interrogativo su cosa esso rappresenti o significhi. L'originale simbolo della Camera di Commercio di Sassari cosa rappresenta, o cosa riproduce? L'origine del simbolo camerale è legato alla più profonda e importante Preistoria della Sardegna.
Si tratta di un reperto archeologico proveniente da un sito nuragico gallurese, esattamente il Nuraghe Albucciu posto nel territorio comunale di Arzachena. La scelta di adottare l'oggetto antico come immagine identificativa fu fatta dalla Camera di Commercio di Sassari per indicare al pubblico la propria attenzione alla Sardegna e alla sua storia più antica, quella corrispondente a un momento lontano di affermazione e di importanza dei Sardi quale popolo nel panorama del mediterraneo dell'Età del Bronzo: la Civiltà Nuragica.
Il reperto è in bronzo e fu ritrovato danneggiato, mancante di una parte: ha un diametro di 7 cm. ed è oggi conservato nel Museo Archeologico azionale “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari, posto a poche decine di metri dalla sede della Camera di Commercio, sulla Via Roma. Il piccolo bronzo è inventariato con il numero 11679 nel patrimonio museale. Autrice dello scavo e del ritrovamento fu l'archeologa Maria Luisa Ferrarese Ceruti nei primi Anni Sessanta del XX secolo. L'archeologo Giovanni Lilliu (Barumini, Cagliari, 13 marzo 1914 – Cagliari, 19 febbraio 2012), nel 1966 datò il reperto all'VIII-VII secolo avanti Cristo.
In seguito l'oggetto fu studiato, interpretato e ridatato a metà Anni Ottanta dall'archeologa Giuseppa Tanda. La studiosa vide nel reperto la testa di uno spillone ornamentale, usato forse per tenere una tunica o altro capo di vestiario: questa ipotesi sarebbe supportata dalla presenza sul retro della labile traccia di rottura per una parte mancante, in corrispondenza della parte centrale del disco. La datazione nuova proposta dalla Tanda, XII secolo avanti Cristo, fu fatta ponendo un raffronto tra il frammento del Nuraghe Albucciu con delle teste di spilloni provenienti da alcune aree centro-europee (Svevia, Bassa Sassonia e Bassa Baviera) e realizzati dalla Civiltà dei Tumuli nei periodi recente e finale (secoli XIII-XII avanti Cristo): a supporto di tale datazione più alta rispetto a quella di Lilliu concorrono le datazioni al Carbonio 14 di reperti organici di uno degli strati archeologici (il n° 6, nella stanza “N”) del Nuraghe Albucciu. Formalmente fu descritto dalla Tanda come una “rotella in bronzo a quattro raggi e doppio cerchione” e legata alla figura della ruota raggiata usata dai Sardi Nuragici. La ruota fu riprodotta su piccola scala non solo come oggetto ornamentale, ma anche come parte di modellini cultuali rappresentanti carri: l'argomento è oggetto dello studio avente intitolato “Il carro in Età Nuragica”, condotto dalla Tanda e da lei presentato nel II Convegno di Studi intitolato “Un millennio di relazioni fra la Sardegna e i Paesi del Mediterraneo”, tenutosi a Selargius, presso Cagliari, dal 27 al 30 novembre 1986.
La semplice, pura, geometrica forma frutto dell'arte nuragica è divenuta dunque pregevole elemento grafico oggi noto a tanti cittadini che in veste di pubblico interagiscono nel quotidiano con la Camera di Commercio di Sassari.
Dati di Riferimento | |
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Anno di esecuzione | 2007 |
Misure dell'opera | Cm. 200 x 160 |
Struttura di Sostegno | |
Materiale costitutivo | Abete |
Definizione della forma | Rettangolare |
Il Supporto | |
Presenza di un supporto originale | Presente |
Nome della fibra tessile e/o del materiale costitutivo | Tela misto lino/cotone |
Presenza di un sistema di aggancio della tela al telaio | Presente |
Tipologia dell'ancoraggio | A grappette |
Qualità del tensionamento | Ottimo |
Strati Preparatori | |
Presenza di strati preparatori | Presenti |
Informazione sui materiali | Preparazione acrilica industriale |
Descrizione del colore | Bianco |
Spessore | Sottile |
Pellicola Pittorica | |
Aspetto della pennellata e/o del "ductus" | Fluida a velature |
Presenza di iscrizioni | Presenti |
Trascrizione | TD 2007 |
Tecnica di scrittura | A pennello |
Tipo di caratteri | Corsivo |
Localizzazione | Quadrante inferiore di destra |
Originalità | Originale |
Vernice | |
Presenza della vernice e/o finitura originale | Assente |