Rassegna Opere d'Arte Digitale Nord Sardegna

E' l'opera, ancora un po' acerba, di un quindicenne precoce e versato per la pittura, un talento che l'anno seguente, il 1931, non sfuggì all'occhio di Pietro Antonio Manca. La scena raffigura una strada di un paese, quasi senz'altro la Monserrato di cui Argiolas era originario: volumi semplici delle case, con facciate in fuga prospettica e che paiono prive di finestre su strada, nella piena tradizione delle case del Campidano, e che in quest'opera sembrano riplasmarsi nei volumi puri della metafisica, fanno da sfondo e ambientazione a poche figure umane, un uomo che trasporta una cesta in primo piano, delle donne sedute su sedie in circolo presso un uscio nella via, un'altra donna che cammina lungo una parete sul fondo. A destra è posta una palma giovane, che si leva sopra alcuni cespugli e spiega le proprie foglie dai lunghi aghi. La tonalità terrosa, giallo-arancio del quadro è “densa” di luce calda, la luce del “pomeriggio estivo” del titolo, una luce che allunga le ombre delle case sulle facciate dirimpetto, ma è la luce che la critica riconoscerà nelle opere successive di Argiolas, una luce non di bagliori, ma introitata negli stessi soggetti dipinti, una luce “durevole”.