Il dipinto testimonia come Carmelo Floris divenne sensibilmente realista nella sua visione artistica, maturando negli anni: se stilisticamente poco o nulla cambia, il suo sguardo con gli Anni Trenta diviene sempre più attento, appassionato al soggetto che ritrae perché curioso di scioglierne e svelarne le parti più recondite, le sfaccettature introspettive: fisionomia e psicologia della persona che ha per modello sono registrate e riportate con vigore sul supporto, con cromie robuste e a volte non prettamente naturali ma venate d'espressione. Questa ragazza ritratta è una delle tante ollolaesi che Floris volle immortalare, affascinato dalla popolazione genuina del centro che vide la sua infanzia per la quotidianità che essa esprime: l'elemento etnografico resta emarginato nel costume tradizionale vestito, che è presentato con la stessa normalità che avrebbe un qualsiasi indumento di produzione industriale.
La fonte d'ispirazione:
Ollolai
Il paese, assai tradizionale e conservatore nell'aspetto delle sue architetture e nei costumi dei suoi abitanti, fu visitato da Giuseppe Biasi, che vi soggiornò durante uno dei suoi viaggi per la Sardegna (era il 1908), ma ospitò anche e più a lungo l'allora giovane Carmelo Floris, pittore che da là poi approdò all'Accademia di Roma per perfezionarsi. Ollolai allora era un paese agro-pastorale che contava poco meno di 1700 abitanti: oggi a causa del decremento della popolazione interna all'isola ne conta meno di 1400.
La storia del paese, che dà il nome alla Barbagia di Ollolai, registrò diversi eventi nel medioevo giudicale, quando l'abitato fu il centro amministrativo di riferimento per i paesi montani d'intorno, che scomparvero tutti con l'arrivo dell'età Spagnola: al XVII secolo restava, di fatto, nel distretto soltanto Ollolai. Sull'origine del villaggio e su alcuni avvenimenti locali avvenuti in età storica si conservano numerosi racconti e leggende. Ollolai è sempre stato un paese “forte” dal punto di vista identitario: ha mantenuto diverse feste religiose che hanno soppiantato, come di solito accade in Sardegna, riti originari del paganesimo.
L'abito tradizionale femminile ollolaese colpì i pittori Carmelo Floris e Giuseppe Biasi, come accennato all'inizio: nel paese è rimasta la memoria dei due artisti che disegnavano seduti presso la chiesetta di Santa Susanna, prendendo spunti dalle figure in costume tradizionale degli abitanti. Il vestiario tradizionale femminile si compone di diversi pezzi. Innanzitutto Su Cappiale, la cuffietta ornata con nastro rosso e gale dorate legata sotto il mento con un nastro: la cuffietta nasconde la particolare acconciatura che raccoglie i capelli entro la cuffia, acconciatura detta Su Crundhile. Sopra la cuffia, alla quale è fissato con una spilla, è posto il velo bianco quadrato molto ampio, chiamato Su Tullu, anche se nelle grandi ricorrenze esso è sostituito da Su Miccadore Anellau ossia un fazzoletto marrone ampio e dalle lunghe frange annodate, ricamato con fiori ricamati con fili di seta di vari colori. Sa hamisa pramà è la camicia bianca, ricamata e plissettata, che è chiusa nel tronco dal piccolo busto detto Sas Palas in panno rosso e ornato da ricami e gale. Sopra la camicia si porta Su Zippone, giacchetto di broccato ricamato. Infine vi è la gonna detta Su Vardellinu, fittamente plissettata e orlata da una fascia decorata, sotto di cui sta la seconda e più pesante gonna di orbace color granata chiamata Su Hudditu de Listone, anch’essa fittamente plissettata e orlata da una fascia di decori ricamati. Il grembiule, posto sopra, è detto Su Hodale e si compone in un triangolo di seta gialla, verde e bianca.
Dati di Riferimento | |
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Anno di esecuzione | 1936 |
Misure dell'opera | cm. 28,7/29,0 x 39 |
Segnalazione di particolarità e/o allegati | Sul retro è stata applicata la targhetta a ghirlanda del CONSIGLIO PROVINCIALE dell' ECONOMIA CORPORATIVA inv. 616 |
Il Supporto | |
Presenza di un supporto originale | Presente |
Nome della fibra tessile e/o del materiale costitutivo | Tavola di compensato |
Presenza di modificazioni causate dall'azione di organismi | Presenti |
Descrizione dell'aspetto di queste modificazioni | Presenza di macchie polverose grigie e depositi organici |
Strati Preparatori | |
Presenza di strati preparatori | Assenti |
Pellicola Pittorica | |
Aspetto della pennellata e/o del "ductus" | Fluida e corposa |
Presenza di iscrizioni | Presenti |
Trascrizione | "Carmelo Floris - Carmelo Floris" |
Tecnica di scrittura | A graffito |
Tipo di caratteri | Stampatello |
Localizzazione | Quadrante inferiore di destra |
Originalità | Originale |
Presenza di mutamenti del colore | Presenti |
Tipologia | Variazione di tono |
Intensità | Leggera |
Colori interessati | Tutti |
Presenza di difetti di adesione agli strati preparatori | Presenti leggeri difetti di adesione, circoscritti |
Segnalazioni di particolarità e/o allegati | L'artista ha modificato l'impianto pittorico sovrapponendo nuove cromie povere di legante, non rispettando la regola del "grasso su magro" |
Vernice | |
Presenza della vernice e/o finitura originale | Assente |